perchè l'acqua sgorga calda?

scarico dalla vasca del bagno
scarico dalla vasca del bagno


Nel sottosuolo la temperatura aumenta mediamente di 1 grado ogni 30 metri di profondità. Un potente complesso di rocce carbonatiche mesozoiche, di oltre 2000 m di spessore, forma l’ossatura geologica del Veneto centrale. Tale ossatura, permeabile per fessurazione e carsismo, poggia sopra una basamento scistoso cristallino praticamente impermeabile. La dorsale carbonatica descritta forma le Prealpi vicentine e veronesi e si protende, attraverso i Colli Berici, fino agli Euganei per poi sprofondare rapidamente verso l’Adriatico, sotto le alluvioni della Pianura Padana.
Le acque meteoriche che precipitano al suolo nella zona delle Piccole Dolomiti-lessini alimenterebbero gli acquiferi profondi con circolazione nelle rocce carbonatiche fessurate e, grazie al particolare assetto strutturale regionale, seguirebbe un percorso di un centinaio di chilometri da N-W a S-E approfondendosi nel sottosuolo fino a 2500-3000 m dalla superficie dove acquisterebbero temperatura, salinità ed una leggera radioattività.
Dopo una permanenza in profondità non principale a 25 anni, le acque meteoriche diventate ormai acque termali, troverebbero a ridosso della zona collinare euganea le condizioni geologiche favorevoli ad una rapida risalita. I Colli Euganei infatti sono interessati da vari sistemi di faglie e fratture che mettono in comunicazione gli strati più profondi con la superficie, mentre le rocce carbonatiche mesozoiche, entro le quali circolano le acque termali, risultano sollevate ed avvicinate alla superficie anche dalle intrusioni magmatiche del secondo ciclo eruttivo. I corpi vulcanici stessi sono inoltre costituiti da rocce fessurate e quindi in grado di assorbire una certa quantità di acqua fredda meteorica la quale scendendo in profondità può esercitare un carico idrostatico sulle acque calde spingendole verso l’alto e costringendole alla risalita ai margini del gruppo. La fuga laterale delle acque calde sarebbe ostacolata dalla struttura tettonica locale che metterebbe gli acquiferi carbonatici a contatto laterale con i sedimenti argillosi paleogenici e neogenici impermeabili.
Il modello proposto consiste pertanto in un circuito idraulico a largo raggio, con la zona di ricarica situata nel Veneto settentrionale e Trentino orientale e con emergenza negli Euganei e subordinatamente nei Berici. Tale circuito è possibile grazie all’assetto geologico regionale e ad un complesso di cause favorevoli presenti in particolare ad oriente del gruppo collinare euganeo.

Le acque termali che in passato scaturivano spontaneamente, vengono ora tratte in superficie con terebrazioni a profondità variabile da 60 a 500 metri, in una lunga fascia a nord-est dei colli che va da Abano alla Costa d’Arquà verso Monselice. Le terebrazioni sono regolate dalla legge mineraria del 1927.

 

Da: 
G. Astolfi
 e F. Colombara – La geologia dei Colli Euganei – Editoriale Programma 1990
ripreso da G. Piccoli ed altri 1976.

 

Gli aspetti idrologici

Aspetti idrologici del bacino termale euganeo

dal sito "AquaePatavinae"

 

Il bacino termale euganeo è uno dei principali campi termali del nord Italia e si estende su un’area di 36 kmq. A partire dal XX secolo, le acque termali vengono estratte intensivamente dal sottosuolo per scopi terapeutici mediante dei pozzi. Nell’area sono attive circa 100 concessioni minerarie e i pozzi perforati sono più di 450. Attualmente i pozzi attivi sono circa 250 con un’estrazione di fluidi termali stimabile intorno a 15 milioni di m3/anno. Dopo il 1950, a causa dell’aumento della domanda di acque termali, si è osservato un approfondimento del livello della falda acquifera termale causando la scomparsa di tutte le sorgenti. A seguito di una regolamentazione sulle portate estraibili, il livello della falda ha recuperato quota ed è ora praticamente stabile. L’estrazione delle acque avviene entro il substrato roccioso, posto ad una profondità variabile da alcuni metri (Montegrotto Terme) a 200 m (Abano Terme).

schema idrogeologico delle acque termali euganee

L’area di ricarica del sistema potrebbe essere localizzata 80-100 km a nord del bacino termale euganeo nei rilievi prealpini a nord di Schio (provincia di Vicenza, Veneto centro-settentrionale; link a fig. 2 modello idrogeologico; 3 sezione geologica). Analisi isotopiche dell’ossigeno (δ18O) indicano che le acque termali derivano dalle precipitazioni di origine meteorica avvenute ad una quota di circa 1,5 km, che corrisponde all’altitudine media dell’area montana. Le acque meteoriche si infiltrano e raggiungono una profondità probabilmente di circa 3 km, riscaldandosi per effetto del gradiente geotermico (30°C/km).

 

Dalla zona di ricarica esse fluiscono verso sud grazie alla fratturazione delle rocce serbatoio, collegabile all’attività della faglia Schio-Vicenza che agisce da principale struttura di circolazione per le acque termali euganee. In corrispondenza del bacino termale euganeo, le acque intercettano in profondità alcune fratture tenute aperte da una struttura geologica collegata alla faglia Schio-Vicenza, attraverso le fratture risalgono e raggiungono il serbatoio termale principale, costituito da rocce prevalentemente calcaree e dolomitiche di età mesozoica (251 – 65 milioni di anni fa circa). Da qui, attraverso altre fratture, giungono infine in superficie.

 

 

 

dal sito "AquaePatavine"
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